Friday, November 30, 2012

Nettuno

Acrilici su tela.
Come spesso mi accade anche in questo caso l’idea mi è venuta da un sogno o da un’immagine vista ad occhi chiusi.


E’ un inno al mare o a “la mar, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano” diceva Hemingway. Il dio del mare nuota e il colore turchese dei suoi capelli si confonde con le onde del mare. E’ l’idea di libertà, l’uomo che nuota nel mare infinito lo associo ad una cara persona persa da poco. Lo immagino così, che nuota libero e ricco come un re, come un dio. In alto c’è un sole a forma di spirale multicolore. La luce si espande senza una definizione nè una fine, continua indefessa e per questo rappresenta l’infinito. Mi piace l’idea di qualcosa che non termina mai. La figura è ripresa da una scultura di Giuliano Vangi.

Sunday, October 28, 2012

Ut pictura poësis




Olio su tela.

Tratto da "La Voix" di Charles Baudelaire

La mia culla era presso la biblioteca,

cupa Babele, in cui romanzo, scienza, favola - tutto, la cenere latina

la polvere greca, si mescolava. Io ero alto come un in-folio.
Due voci mi parlavano. L'una, insidiosa e ferma mi
diceva: "La terra è come una torta ripiena di dolcezza;
io posso (e allora il tuo piacere sarebbe senza fine) dotarti di appetito di altrettanta grandezza”.  

E l’altra dal canto suo: " Vieni! Oh vieni a viaggiare nei sogni,
al di là del possibile, vieni a viaggiare al di là del conosciuto!”.
E questa cantava come vento delle spiagge,
fantasma non si sa donde giunto,
che accarezzava eppure atterriva l’orecchio.
Io
ti risposi: " Oh sì, dolce voce!”. 

E ad allora risale la mia piaga,
la mia fatalità! Dietro lo scenario
dell’immensa
esistenza, nel punto più oscuro dell'abisso,
io vedo distintamente mondi molto stran
i
e, vittima della chiaroveggenza estatica,

trascino
dietro di me serpenti che mi mordono le scarpe.  

Da allora io al pari dei profeti,
am
o il deserto e il mare così teneramente,
da allora io rido
ai lutti e piango alle feste,
trovo
un gusto soave nel vino anche più amaro,
e molto spesso prendo
i fatti per menzogne,
e
mentre guardo il cielo, finisco nelle buche.
Ma la voce mi
rianima e dice: 

Conservali i tuoi sogni:
I saggi non ne hanno di
più belli che i folli!”.